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Breve storia del CosPlay


Circa venti anni fa, in alcune convention giapponesi dedicate ai manga e agli anime, iniziarono a farsi notare strani figuri vestiti Diabolikcome gli eroi della carta stampata: poteva essere liquidata come una stravaganza limitata ad alcuni appassionati particolarmente temerari e esibizionisti ma il CosPlay, (acronimo per costume playing, dove "playing" ha la duplice valenza verbale di gioco e recitazione) è diventato nel corso degli anni un fenomeno di costume consolidato e maturo, diffuso in ogni parte del globo, e in grado di guadagnarsi di diritto uno spazio tutto suo in ogni mostra di fumetto che si rispetti.

Cercare di impersonare al meglio sia visivamente che caratterialmente, spesso con maniacale attenzione ai dettagli, un beniamino del mondo fumettistico o dell'animazione (senza tralasciare l'universo cinematografico) è una passione che diverte e coinvolge centinaia e centinaia di persone anche nella nostra penisola: Costumeragazzi e ragazze disposte a sacrificare tempo, risorse e denaro per ottenere la migliore incarnazione possibile del personaggio prescelto.

Cosa li spinge a impegnarsi così tanto in una passione apparentemente frivola e, a detta di qualcuno, banalmente carnevalesca?
Le motivazioni sono molteplici e soggettive ma il trait d'union è sempre e comunque la voglia di stupire e divertirsi.

Ma le parole non sono esaustive per definire il CosPlay.
Solo assistendo (o meglio ancora, partecipando) ad una sfilata di cosplayer, si potrà cogliere lo spirito unico di un evento così colorato, eterogeneo e fantasioso.

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