Sighma


Immagine Sighmasoggetto di Paola Barbato e Stefano Casini
sceneggiatura di Paola Barbato
disegni di Stefano Casini

Paola Barbato ha dimostrato, negli ultimi tempi, di sapersi muovere in diversi ambienti legati alla scrittura. Dalle pagine di Dylan Dog è passata a quelle dei romanzi, per poi sceneggiare per la televisione e quindi tornare (in realtà non ha mai smesso!) al fumetto.
Infatti, dopo un'assenza di quasi un anno (la sua ultima avventura dell'Indagatore dell'Incubo è stata pubblicata nel Dylan Dog Gigante 16, edito a Novembre 2007), a ottobre, Paola, in coppia con il disegnatore Stefano Casini, un nome familiare ai lettori di Nathan Never, ci offrirà Sighma, terza uscita della collana Romanzi a Fumetti Bonelli. Nelle 288 pagine del volume viene raccontata la storia di un uomo senza nome e senza passato. Risvegliatosi nei pressi delle ciclopiche mura di una labirintica metropoli, la sua unica speranza di ricostruire la sua identità è scoprire il significato della lettera greca Sighma che porta tatuata sul petto.

Di seguito una breve intervista alla sceneggiatrice milanese che svela in anteprima qualche retroscena della creazione della corposa avventura che debutterà in edicola il 25 ottobre.

I: Ci hai abituato alle atmosfere horror di Dylan Dog e a quelle thriller dei tuoi romanzi, con "Sighma" ti inoltri invece in territorio fantascientifico. È stato un passaggio naturale, per te? Sei appassionata anche di questo genere narrativo?

PB: Sembrerò presuntuosa, ma io concepisco le mie storie quasi sempre extra-ambientazione. Insomma, l'idea deve funzionare sia nel medioevo che ai giorni nostri che nel futuro. In questo caso ambientare la storia in un futuro non meglio definito (potrebbe essere tra 50 anni come tra 500) ci aiutava per una serie di questioni pratiche e risolveva in maniera intrigante alcuni snodi della storia. La fantascienza mi piace, e molto, ma non tutta e non sempre.

I: Il protagonista di Sighma non sa nulla di sé e del suo passato. Il tema della perdita della propria identità e della spersonalizzazione, oltre che molto attuale, è particolarmente caro alla letteratura, al fumetto e al cinema. Per sviluppare l'idea del tuo Romanzo a Fumetti hai tenuto presente qualche opera specifica?

PB: Assolutamente no. Anche perchè il tema è molto caro a me. Se analizzate a fondo (ma anche stando in superficie), scoprirete che molti dei miei Dylan si snodano proprio intorno al concetto di "identità". La domanda "chi sono?" o "chi siamo?" me la pongo ogni giorno. Si vede che da dove veniamo e dove andiamo non fa molta differenza, per me.

I: Come hai voluto caratterizzare fisicamente il tuo eroe "smemorato"? Quali sono i riferimenti che hai fornito al disegnatore, Stefano Casini? E qual è il suo contributo alla storia?

Immagine SighmaPB: Beh, Stefano è co-autore dell'idea, il nocciolo del soggetto nacque da una chiacchierata avuta nel lontano 2002 a una Lucca a cui avevo partecipato con cani appresso (!) e dove ci eravamo conosciuti dopo anni di corrispondenza via mail. A cena abbiamo cominciato a fantasticare su questa storia, e le cose che gli dissi allora furono: "Non vorrei un eroe bello, ma carismatico. Come Sean Penn o Edward Norton". Poco tempo dopo lui mi mandò lo schizzo a colori che potete vedere qui in basso. È diverso dal Sighma finale, ma la fusione dei due volti in parte c'è, e si è mantenuta (secondo me) anche nella versione finale (giudicate voi, osservando gli studi che trovate in questa stessa pagina).

I: Come si differenzia il mondo di "Sighma" rispetto a quello di "Nathan Never"? Pensi che i lettori del nostro "investigatore del futuro" potranno venire catturati anche dal tuo Romanzo?

PB: Non lo so. Sighma è totalmente decontestualizzato, per un bel po' di pagine si ha la sensazione di trovarsi nel presente. Poi, più il romanzo procede più diventa tecnologico e futuristico. Non so se i fan di Nathan Never apprezzeranno un futuro così poco convenzionale... ma lo spero!

I: Dopo Sighma, a cosa stai lavorando, attualmente? Sappiamo che sei molto impegnata anche con la televisione...

PB: Intanto, sto finendo di sceneggiare alcune storie di Dylan Dog che, tra la nascita della mia bambina, lo svezzamento, traslochi vari, il romanzo ecc., erano rimaste arenate. Dopo di che intendo ricominciare a produrre. Parallelamente, il primo progetto per Sky è andato in porto e ora sto valutando varie possibilità, sia in ambito letterario che cinematografico. Ma non dico niente di più perchè sono molto scaramantica.

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